Un uomo solo prese nelle sue mani le sorti della Francia, scombussolata dagli strascichi della Rivoluzione e minacciata dal resto d’Europa, per condurla alla
supremazia continentale attraverso una serie di strepitose vittorie frutto del suo genio strategico militare.
Napoleone Bonaparte respinse ripetutamente le coalizioni avversarie, finché la sua stella non tramontò prima con la sconfitta di Lipsia e poi con la definitiva
disfatta di Waterloo.
Eppure l’imperatore dei francesi non cadde in battaglia, ma si presentò agli Inglesi che ne decretarono l’esilio nella sperduta isola atlantica di
Sant’Elena. Come morì allora Napoleone Bonaparte?
Napoleone Bonaparte morì nella storica data del
5 maggio del 1821 a causa del progredire inesorabile di un tumore allo stomaco, che negli ultimi giorni gli provocò atroci dolori fino a farlo finire in coma.
L’eco della scomparsa della figura che aveva segnato un’epoca fu immensa e non mancarono
ipotesi alternative sulle reali cause del suo decesso. Quella che ebbe maggior seguito riguarda un presunto avvelenamento a base di arsenico, somministrato in dosi minime ma costanti dagli Inglesi che lo ebbero in custodia durante tutto il periodo della sua detenzione sull’isola.
La morte di Napoleone Bonaparte scosse il Vecchio Mondo. Alessandro Manzoni gli dedicò
l’ode “Cinque maggio” in cui tratteggia la sua grandezza con profonda emozione. Le potenze europee che lo avevano sconfitto avrebbero dovuto fare ben presto i conti con i limiti storici della Restaurazione e lo scoppiare delle rivoluzioni liberali. Suo nipote, Napoleone III, regnò sulla Francia per gran parte del XIX secolo.
Le spoglie di Napoleone Bonaparte, ricondotte in patria nel 1840, vennero tumulate in una
tomba monumentale custodita nel complesso dell’Hôtel national des Invalides di Parigi.