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Saper fare un buon palleggio è importante nella pallavolo. Ecco come eseguirlo nelle varie modalità possibili (frontale, rovesciato, in sospensione, laterale, a una mano).



Come fare un palleggio nella pallavolo?


Il palleggio è una delle azioni fondamentali della pallavolo. La sua ineccepibile esecuzione, soggetta a comunque valide differenti interpretazioni, è spesso un dono. La sua non regolamentare esecuzione può costare caro: la perdita di un punto. Il palleggio consiste nel colpire con entrambe le mani, poste sul capo.

La posizione di attesa è alta, con braccia e gambe leggermente piegate, e occorre inquadrare il campo avverso in visione periferica. Mentre arriva il pallone, le dita delle mani devono essere distese e in tensione, i pollici devono essere rivolti l’uno contro l’altro a formare, con gli indici, un triangolo isoscele.

Nell’esecuzione le gambe e le braccia si distendono, impattando la palla sopra la testa e un po’ avanti rispetto alla fronte. Il tocco dei dieci polpastrelli deve essere simultaneo, altrimenti è fallo di “doppia”.

Nelle squadre, specie se non di alto livello, il palleggio è “riservato” all’alzatore, il regista della squadra, che quasi sempre con questo fondamentale distribuisce la palla agli attaccanti. Per questo motivo deve essere bravo a trovare la posizione più idonea, solitamente vicino alla rete a tre metri dalla linea laterale destra, per alzare la palla proveniente dal primo tocco di squadra, lì indirizzato se la ricezione o la difesa sono stati efficaci.

Il palleggio può essere:

Frontale: confermata la posizione di attesa alta, i piedi devono essere divaricati con il peso del corpo ugualmente distribuito e guardare, con il bacino e le spalle, la direzione della palla, mentre la spalla destra è vicina alla rete. Nel momento dell’arrivo del pallone il corpo ruota fino a portare le spalle ad essere perpendicolari alla rete. Le braccia si distendono per impattare la palla sopra la fronte.

Rovesciato: il pallone è inviato alle spalle di chi effettua il palleggio, per scelta tattica o per necessità. Differisce nell’esecuzione: i gomiti si distanziano maggiormente rispetto a quello frontale, l’impatto del pallone con le mani avviene più in alto e più arretrato, in pratica sulla testa, la schiena s’inarca leggermente (anche per ritardare la comprensione della scelta da parte del muro avversario) , la testa si reclina all’indietro e i polsi si piegano più all’indietro.

In sospensione: è una variante tipica dei palleggiatori, utilizzata per impattare utilmente palloni alti e con traiettoria verso il campo avverso, per le alzate veloci (primo tempo), per un attacco di secondo tocco. L’esecuzione è caratterizzata da un palleggio effettuato al culmine del salto, quindi la spinta sul pallone è a carico delle sole braccia.

Laterale: si sceglie perché costretti da un non perfetto primo tocco o per scelta tattica, dando la possibilità di nascondere la palla agli occhi degli avversari.

A una mano: se la ricezione o la difesa invia una palla alta verso la banda superiore della rete, impedendo di fatto di impattare la palla con entrambe le mani, l’alzatore, disteso il braccio ed elevata la spalla, la colpisce con la sola mano destra.

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